La bioedilizia ora si fa con la canapa
La canapa è un materiale sempre più utilizzato nel mondo della bioedilizia: costruire con fibre vegetali resistenti comporta infatti vantaggi ambientali, ma anche sociali ed economici.
La canapa è infatti fra quelli che offre i risultati migliori: è una coltivazione semplice, ha una crescita rapida e proficua con un basso consumo di acqua e rari attacchi di parassiti. Una volta lavorata, la canapa è ottima per sostituire legno, vetro e inerti per la composizione di diversi materiali, in quanto refrattaria a muffe e insetti. È anche resistente al fuoco, leggero e ricco di silice, ma è soprattutto un materiale “carbon negative“, che sintetizza il carbonio e riduce le emissioni di CO2 nell’atmosfera, rendendo gli ambienti più salubri e abbattendo le emissioni inquinanti. Grazie al suo impiego, si risparmia il 90% dell’acqua utilizzata per il cemento ed è utile anche come materiale antisismico, tanto che l’ENEA ha in progetto un kit antisismico composto da pannelli in fibra di canapa, in grado di contenere il crollo provocato dalle scosse.
Oltre ad essere ecologica ed etica, è anche versatile: da un miscuglio industriale di acqua e canapa, nascono mattoni, intonaci, massetti, cappottie isolanti per edifici vecchi e di nuova costruzione. A differenza dei mattoni tradizionali, i mattoni in canapa si posano a secco e vengono smaltiti con maggiore facilità. Tuttavia l’utilizzo della canapa nell’edilizia non è scoperta recente: già Leon Battista Alberti ne aveva scritto l’utilità in quanto, aggiunta alle malte, ne migliorava le qualità, mentre il suo maggiore uso nel corso degli anni ha riguardato il settore tessile, poi entrato in crisi. Solo dieci anni fa l’Unione Europea ha attivato finanziamenti destinati alla reintroduzione della canapa da fibra e alla costruzione di filiere di prodotti derivati. Mentre in Germania la canapa è stata inserita nel settore automobilistico, come materiale per fibroresine, plastiche e imbottiture, in Francia è stata concentrata nell’edilizia.
In Italia invece, sembra che la politica stia frenando la coltivazione per motivazioni che ai molti restano oscure.
La bioedilizia a base di canapa si sta sempre più evolvendo, anche in risposta agli obiettivi del pacchetto per il clima e l’energia 2020 promosso dalla Commissione Europea.
Nell’edilizia i prodotti a base di canapa vengono ricavati sia dal fiore sia dal fusto. Oltre ai prodotti più conosciuti, in Italia è in fase di certificazione un brevetto per la realizzazione di blocchi a base di canapulo, la parte più legnosa dello stelo. Il mattone essiccato diventa rigido e leggero e può essere utilizzato anch nella ristrutturazione di edifici. In Italia il leader nel settore della bioedilizia a base di canapa è Röfix, che opera da più di 30 anni. L’azienda è stata tra i primi ad industrializzare “CalceClima Canapa“, intonaco e finitura a base di canapulo e calce naturale. I prodotti hanno ottenuto il marchio di qualità Natureplus, che certifica l’eco-compatibilità e l’assenza di additivi. La calce naturale regola in modo naturale l’umidità e assorbe le sostanze nocive nell’aria. In Italia, le coltivazioni di canapa si concentrano in particolare in Alto Adige , ma si stanno sviluppando anche in altre aree d’Italia. La bioedilizia a base di canapa si sta sempre più evolvendo, anche in risposta agli obiettivi del pacchetto per il clima e l’energia 2020 promosso dalla Commissione Europea.
di quifinanza.it
Arrivano le Case in Canapa che si stampano in 3D
Una casa realizzata con pannelli di canapa che possa essere realizzata grazie ai principi della stampa 3D nel giro di poche settimane.
E’ l’idea di Mirreco, società australiana che si sta ponendo come leader del settore e ha da poco presentato il proprio progetto. Il punto di partenza è stata la creazione di una macchina specializzata nella lavorazione delle piante di canapa in grado di separarne le parti come fibra, canapulo e semi.
L’azienda con sede a Perth vuole creare diverse macchine mobili di questo tipo, per poi farle viaggiare in luoghi di produzione agricola e trasformare la canapa in loco.
Inoltre Mirreco ha sviluppato una tecnologia per fabbricare pannelli da costruzione derivati dalla biomassa di canapa.
Grazie all’utilizzo di questi pannelli e dalle stampa 3D l’azienda è in grado di progettare pannelli di biomassa di canapa su misura per creare abitazioni e altre strutture.
Per dimostrare le capacità dei suoi pannelli definiti come “strutturalmente efficaci e facili da produrre” l’azienda ha collaborato con lo studio di architettura australiano Arcforms, spiegando che “forniscono prestazioni termiche superiori” rispetto ai materiali da costruzione tradizionali.
Doti che le aziende che si dedicano alla canapa in bioedilizia conoscono bene. Ma la vera innovazione di Mirreco deriva dall’uso della tecnologia di stampa 3D per modellare i pannelli di biomassa di canapa in case completamente abitabili. “Immaginate di vivere e lavorare in edifici che sono stampati in 3D e disponibili in sole poche settimane”, ha sottolineato Mirreco in un annuncio.
In un post su Instagram che mostra le ultime immagini del prototipo per la casa di canapa, Mirreco descrive le case come soluzioni viventi staccate dalle reti elettriche e del gas. Le case infatti offrono tecnologia all’avanguardia, comprese le finestre che convertono la luce solare in energia elettrica.
La bioedilizia in canapa si pone sempre di più come soluzione importante alle principali sfide ambientali. Le emissioni di gas serra, incluso il biossido di carbonio, stanno rapidamente aumentando in tutto il mondo a causa dell’attività umana. Trovare modi per ridurre tali emissioni e rimuoverle dall’atmosfera sono le principali sfide ambientali per un pianeta che spera di evitare le peggiori conseguenze dei cambiamenti climatici.
E la canapa può aiutare in modo significativo. Prima ancora che diventino prodotti industriali, le coltivazioni di canapa aiutano a sequestrare e immagazzinare l’anidride carbonica, 4 volte di più della media degli alberi. In altre parole, le piante di canapa rimuovono la CO2 dall’atmosfera, sia quando crescono sia quando impiegate in edilizia. Se da un alto l’edilizia tradizionale incide per il 30/40% delle emissioni di CO2 a livello globale, tutta la filiera della canapa e calce, dalla coltivazione alla posa, è carbon negative, toglie cioè dall’atmosfera più CO2 di quanta ne venga prodotta in tutte le fasi di lavorazione.
Inoltre, i materiali della biomassa di canapa lasciano un’impronta ambientale molto più piccola rispetto ai materiali da costruzione sintetici e a vita sono biodegradabili e riutilizzabili.
Le case abitabili stampate in 3D sono già state progettate nei Paesi Bassi. Il progetto Milestone realizzerà cinque case sostenibili in 3D stampate in cemento. I residenti della città olandese di Bosrijk potrebbero trasferirsi nelle prime case vivibili con stampa 3D per il prossimo anno.
Mirreco punta allo stesso risultato, ma con la canapa al posto del cemento, per puntare alla sostenibilità ambientale e a case più salubri per chi ci vive per diverse ore al giorno.
canapaidustriale.it