La deforestazione dell’Amazzonia è ad oggi in crescita, sarà impossibile rispettare l’obiettivo di Parigi, ossia mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi . Ci stiamo muovendo nella direzione opposta nell’indifferenza totale della politica mondiale.
L’incremento della deforestazione sembra essere una conseguenza delle attuali tendenze politiche ed economiche in Brasile. Negli ultimi tempi, in seguito alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, sono aumentate le esportazioni di soia e carne bovina dal Brasile, la cui produzione è la causa primaria della distruzione dell’Amazzonia. Sono a rischio ben 13 milioni di ettari di foresta.
La recente elezione del nuovo presidente del Brasile, l’ex-militare di estrema destra Jair Bolsonaro, rappresenta un’ulteriore minaccia per la foresta amazzonica, per le popolazioni indigene e per la straordinaria biodiversità che la popola. Il neo presidente sta infatti realizzando, come promesso in campagna elettorale, l’accorpamento del ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura. Così facendo sembra evidente che la tutela dell’ambiente passerà in secondo piano rispetto alla produzione agricola e agli interessi del settore agroindustriale, con gravi conseguenze per l’intero pianeta, considerato il prezioso ruolo della foresta amazzonica nell’assorbimento di grandi quantità di CO2.
La richiesta degli scienziati
Per evitare di aggravare la catastrofe ambientale e climatica gli scienziati invitano Stati Uniti e Cina a rivedere i loro accordi commerciali, proponendo inoltre cambiamenti a livello globale per proteggere le foreste tropicali dalle mutevoli dinamiche commerciali. Attualmente le due nazioni sembrerebbero essere vicine ad un accordo, ma probabilmente la Cina vorrà comunque ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti. Cina e Stati Uniti dovrebbero riconoscere pubblicamente il proprio ruolo nella deforestazione tropicale e intraprendere un’azione immediata per rimuovere almeno le tariffe commerciali sulla soia. La Cina dovrebbe inoltre diversificare i propri fornitori.