La Priorità in Italia non sono le Grandi Opere, ma la Messa in Sicurezza di quelle Esistenti

Massa Carrara, il crollo del ponte ci ricorda che la priorità non sono le grandi opere
C’è da chiedersi che cosa sarebbe successo se non fossimo stati in tempi di quarantena, e il traffico di Tir, autobus e automobili sul ponte crollato a Massa Carrara fosse stato a livelli normali. Il cedimento del viadotto, che fortunatamente non ha fatto vittime, ci ricorda una delle tante priorità del nostro Paese che la classe politica non vuole vedere.
Siamo davanti a una situazione disperata: oltre ai ponti pericolanti, sono numerose le gallerie con infiltrazioni d’acqua (in un contesto idrogeologico già particolarmente critico) che non vengono manutenute, per mancanza di fondi e a causa di una pessima regionalizzazione delle strade. Proprio quelle che in questo periodo le regioni, non in grado di gestirle, stanno restituendo all’Anas che gliele aveva assegnate 20 anni fa. La rete viaria italiana è molto estesa: 154 mila chilometri tra strade e autostrade, di cui ben 111 mila sono strade provinciali. Quando si parla di viabilità, opere civili e infrastrutture, bisognerebbe partire da qui.
Se non sarà una passeggiata uscire dalla crisi sanitaria/pandemica del coronavirus, non lo sarà neppure adottare una strategia economica di sviluppo che guardi al futuro. Non si intravede una strategia che sappia cogliere le prospettive di riconversione industriale, di innovazione tecnologica e ambientale che il mondo ha davanti, visto che sempre di più emerge un rapporto tra inquinamento e letalità del virus Covid-19.

Se questo è il modello, continuando a seguirlo, un settore già poco propenso alla concorrenza e alla trasparenza rimarrebbe ancora in pasto ai partiti del cemento. La mancanza di un nuovo capo all’Autorità anticorruzione dopo la fine del mandato di Raffaele Cantone ha fatto completamente dimenticare che regole e concorrenza (per spendere meno e premiare le aziende che lavorano meglio) erano e sono una priorità.

Così come sarà prioritario sottrarre alla malavita organizzata gli appalti per le opere civili, per la manutenzione delle infrastrutture (visto che oramai stanno compiendo tutte quasi 50 anni e il cemento armato ha terminato i suoi tempi di “tenuta”) e del territorio. Si creerebbe così un’occupazione maggiore, più duratura e capace di sottrarre le piccole imprese in crisi ai condizionamenti dei grandi costruttori.

By |2020-04-11T17:23:36+00:00aprile 11th, 2020|Network, News|0 Comments