Avvistata nelle isole Egadi, diversi esemplari sono presenti anche nel braccio di mare tra Sardegna e Sicilia. Ma l’animale è sempre a fortissimo rischio estinzione.
Cinquant’anni fa era praticamente scomparsa ma ora è tornata. La foca monaca del Mediterraneo (qui in una vecchia cartolina sarda degli anni Sessanta), animale rarissimo e che rischia di scomparire per sempre (ne rimangono circa 450 esemplari al mondo ma le stime sono discordanti) vive ancora nelle coste di alcune isole del Mediterraneo.
Sino agli anni Ottanta diversi esemplari erano stati segnalati nel Golfo di Orosei (gli ultimi si sarebbero rifugiati nella Grotta del Fico e in quella del Bue Marino, a Cala Mariolu e Cala Goloritzè). Due inverni fa un esemplare subadulto della foca è stato immortalato da una delle sette fototrappole piazzate nelle grotte delle isole Egadi. Altre sono state avvistate nel mare di Gaeta, mentre in Sardegna l’ultimo avvistamento risale al 2015 nel mare di Porto Corallo, Villaputzu e al largo dell’Isola dei Cavoli, a Villasimius.
Il ritorno della foca in Italia, dove è presente fra la costa sud della Sardegna e la Sicilia, è un evento unico. Le colonie più consistenti si trovano in Grecia, Turchia e nell’isola di Madeira. Deve il suo nome alla colorazione del mantello, che ricorderebbe una tonaca monacale. Da sempre le foche sono state cacciate o eliminate perché considerate in competizione per la pesca. Poi la distruzione degli habitat, il disturbo continuo, l’inquinamento e la scarsità del cibo, anche una epidemia di morbillivirus che ha falcidiato le foche della Mauritania. Adesso il lentissimo ma significativo ripopolamento.
Continua il lavoro di Octopus, per la creazione di un santuario sulle coste della Sardegna, a tutela di queste bellissime creature, a breve tutte le informazioni sugli sviluppi del progetto.