Tra le cause principali dell’antibiotico resistenza indicate da un’indagine che sarà diffusa al Congresso Anit, vi è la non oculata e inappropriata gestione degli antibiotici negli animali da allevamento e nel territorio per la prevenzione delle infezioni, con un rischio di induzione di resistenze che coinvolge anche la salute umana (le deiezioni degli animali contengono batteri ad alta resistenza che si diffondono nei terreni circostanti gli allevamenti stessi, nelle acque di scolo e quindi nei fiumi e laghi).
Tra gli altri motivi ci sono, mani poco pulite e troppo turnover di pazienti in ospedali e residenze anziani per i pochi posti letto. Sono i principali fattori che regalano all’Italia “un triste primato in Europa“: i morti da superbatteri resistenti ai farmaci. In Ue hanno provocato in un anno 33.110 decessi soprattutto fra senior e bimbi nei primi mesi di vita e un terzo delle vittime – oltre 10mila – sono state nel nostro Paese. Numeri, cause e possibili soluzioni dell’antibiotico-resistenza, “ormai un’emergenza globale” che nel 2050 porterà le infezioni batteriche al primo posto fra i killer nel pianeta, sono al centro del VII Congresso biennale internazionale Amit.
“Sembra un paradosso ma anche una persona che non ha mai preso antibiotici corre il rischio di avere un’infezione da batteri resistenti, soprattutto se si trova in ospedale o nelle altre strutture di assistenza sanitaria. I batteri non conoscono frontiere”.